Percorso "i dislivelli"
Nel bel mezzo della pianura padana è molto difficile trovare dei percorsi che siano particolarmente impegnativi a livello muscolare. Escludendo qualche sterrato od argine di qualche fiume non esistono altimetrie che possano generare uno sforzo fisico prolungato.
Accade così che si organizzi la domenica mattina, ad una mezz'ora circa di auto, una gita ai piedi dell’Appennino al percorso che noi chiamiamo dislivelli. Questo percorso, come si può intuire dal nome, è costituito da una prima parte ondulata di circa 6500 metri con salite discrete, ma non di lunga percorrenza, seguite da tratti pianeggianti e discese. Alla fine di questo primo tratto si svolta a destra e subito la strada si inerpica con pendenze di tutto rispetto, arrivando anche oltre il 15% lungo gli ultimi 2 chilometri conclusivi.
Seduta muscolare e di resistenza
Dal punto di vista tecnico, questa è una seduta di tipo muscolare e di resistenza. Non andiamo a s?molare in modo esplosivo i muscoli delle gambe, ma li manteniamo soNo sforzo per lungo tempo, ed anche a livello aerobico il cuore viene mantenuto sempre a frequenze abbastanza elevate.
Vediamo però nel complesso come affrontiamo la seduta:
Prima parte di 6500 mt – I primi 30’ sono di riscaldamento ed i primi due chilometri sono abbastanza pianeggianti, poi cominciano i saliscendi, che in questo momento vengono affrontati con facilità e senza spingere continuando la fase di riscaldamento. Anche se non lo vogliamo, il cuore comincerà a “lavorare” da solo con il variare della pendenza. Grazie a questo, arriveremo già pronti alla prima variazione seria
La salita 2000 mt – Dopo la svolta a destra, lo sguardo si rivolge repentinamente verso l’alto ed occorre subito impegnarsi molto sentendo dopo poche decine di metri il cuore arrivare in gola. Piccola tregua a livello di pendenza per qualche centinaio di metri, poi salita conclusiva con pendenze veramente importanti che mettono alla frusta cuore e muscoli che via via accumulano acido lattico fino all’arrivo nel piazzale della chiesetta. A livello muscolare abbiamo lavorato bene, mantenendo impegnate le gambe per 10-‐12 minuti senza grandi tregue ed anche le frequenze cardiache sono rimaste sempre molto elevate
Il ritorno – Se qualcuno pensava che l’allenamento fosse finito qui, si sbagliava di grosso, siamo solo a metà dell’opera ed abbiamo ancora 6500 metri da correre per rientrare alla base. Sì, perché i primi 2000 ce li prendiamo di recupero. Anche se in discesa tutti sappiamo che i muscoli continuano a lavorare, almeno le frequenze tornano a livelli accettabili sui ritmi del fondo lento e ci permettono di “tirare il fiato” per una decina di minuti scarsi. Dopo questa fase, comincia la seconda parte, che potrà essere affrontata in progressione o a ritmo medio, secondo programma prefissato. Qualsiasi sia il programma previsto, l’unico obbligo che avremo sarà spingere le salite e recuperare leggermente durante le discese, per poi tonare a spingere sui tratti pianeggianti fino al traguardo ipotetico fissato a 500 metri dal parcheggio
Sicuramente alla fine di questo allenamento ci si sente stanchi, ma vi assicuro con una certa dose di soddisfazione, in quanto consapevoli di aver eseguito un allenamento di tenuta aerobica e mentale di notevole spessore. Non è da sottovalutare infatti la capacità di mantenersi concentrati sullo sforzo mentalmente, aspetto che ci aiuterà sicuramente nei momento di diffioltà
Buone corse