Attorno al Caregon del Padreterno
Questa grandiosa montagna, salita per la prima volta nel 1857 dall’irlandese John Ball, accompagnato da una guida locale, troneggia come una massiccia fortezza ed è ben visibile da almeno tre valli: Val di Zoldo, Val Fiorentina, Val del Boite. Il Pelmo Viene chiamato da alcuni anche Caregon del Padreterno, per l’ampio circo glaciale che ne caratterizza la sommità (vant in dialetto zoldano) e che ricorda un grande trono con la cresta sommitale a fare da spalliera e le cosiddette Spalla Sud (3.061 m) e Spalla Est (3.024 m) da braccioli. Ciò che salta subito all’occhio guardando questa grande montagna sono le cenge: lunghe linee orizzontali, rese ancor più evidenti dalle prime nevi, a volte larghe a volte più strette, che seguono l’andamento degli strati rocciosi. Dal punto di vista geologico questa montagna è infatti formata da una pila di calcari e dolomie che cambiano colore al mutare della luce del giorno. La struttura massiccia e compatta del Pelmo offre la possibilità di aggirarlo interamente alla base in poco più di una mezza giornata grazie ad una rete di sentieri che portano ad ammirare da vicino tutti e quattro i versanti di questa regale montagna. Inoltre, la sua posizione isolata rispetto alle altre montagne del vicinato fa si che i panorami siano sempre ai massimi livelli!
Giro del Pelmo: descrizione
Punto di partenza e di arrivo di questo anello escursionistico, adatto a camminatori esperti, è il passo Staulanza 1766 mt. Da qui si imbocca il sentiero n 472 (indicazioni per il rifugio Venezia) per aggirare tutto il versante sud, sud-est del Pelmo. Spettacolare è la vista sulla “Fisura”, lo strettissimo canalone che separa il Pelmo dal Pelmetto e sui monti di Zoldo. In circa 2.30 h, per buon sentiero ma spesso fangoso dopo piogge recenti, si arriva al Rifugio Venezia 1946 mt, aperto durante la stagione estiva. Dal rifugio, con vista spettacolare su Cadore e Ampezzano e sulle famose cime dell'Antelao e del Sorapiss, inizia la parte più faticosa ma forse più intrigante di questa escursione. Seguendo il segnavia n 480 ci si incammina risalendo le pendici ghiaiose orientali del Pelmo. Dopo pochi minuti di cammino a sinistra si attacca la via Normale mentre a destra si continua in direzione Forcella di Val d’Arcia attraversando il ghiaione che scende da Forca Rossa. Più in alto alcune strette cenge (qualche breve tratto di sentiero attrezzato con cavi metallici) impongono attenzione e cautela. Si tratta del sentiero Flaibani, che segue un vecchio sentiero utilizzato in passato dai cacciatori di camosci. Con un ultimo ripido strappo si raggiunge la Forcella di Val d’Arcia (2476 mt). A questo punto inizia la lunga discesa diagonale della Val d’Arcia sotto il versante settentrionale del Pelmo per un sentiero non numerato. Su terreno non sempre agevole (ghiaioni), si raggiunge lo sbocco del vallone che scende dalla “Fisura” per poi passare proprio sotto le rocce della Croda Rotonda. Qui ad un bivio ci si innesta nel sentiero n° 472 proveniente dal Rifugio Città di Fiume e, scendendo per bosco rado, si raggiunge in breve il passo Staulanza.