Monte Cimone in MTB: gambe e panorami da urlo
È un percorso impegnativo ma alla portata di un buon biker allenato. L’obiettivo è raggiungere la vetta del Cimone per la quale è richiesto un dazio di 20 minuti di bici in spalla nel ripido tratto finale. In tutto sono circa 30 km con poco più di 2.000 mt di dislivello e grossomodo un’ora con bici caricata a spalla.
Il panorama è di quelli che lasciano sopraffatti: la vista spazia a perdita d’occhio dalla grigioverde linea della Pianura Padana all’azzurro orizzonte del mare sul lato opposto. Indimenticabile sarà il tratto in single trail lungo il crinale appenninico. Il livello tecnico delle discese è medio alto ma senza estremismi.
Da Sestola alla vetta del Monte Cimone
Partenza da Sestola, rinomata località turistico sportiva, conosciuta per la sua Rocca medioevale che sovrasta il paese da uno sperone roccioso, e per i suoi impianti sciistici.
La direzione da prendere è quella verso la stazione invernale di Pian del Falco e Lago della Ninfa. Una salita che si può fare con andatura blanda per risparmiare energie in previsione di sforzi più consistenti; lo scenario è quello del versante meridionale dell’Appenino Emiliano.
Dopo circa 10km si giunge sulle sponde acquitrinose del verde Lago della Ninfa e si imbocca la strada militare (sempre asfaltata, ma interdetta al traffico ordinario) che conduce alla stazione meteorologica dell’ Aeronautica Militare. E’ una stradina tortuosa che si arrampica sinuosamente sulle brulle sponde che costituiscono le spalle del gigante. Le pendenze non superano mai il 12% come da protocollo militare ed il tratto si dilunga per circa 2 km su scenari di alta montagna. La fine dell’asfalto coincide con l’inizio del tratto cicloalpinistico: davanti a noi un muretto con l’ingresso dell’ascensore che scorre nel ventre della montagna e porterebbe comodamente in vetta se avessimo il placet del Ministero della Difesa.
Dopo una selettiva prima rampa in terra si arriva all’altezza di una antenna/ricevitore in uno spiazzo solitamente adibito a pascolo. Per arrivare in cima bisogna essere ungulati o biker disposti ad imitare questi ultimi. Se presa a piccole dosi la fatica non è poi così terribile e si arriva in mezz’ora sulla sommità.
Un single trail illusorio
Sono passati 12 km ed inizia un primo favoloso tratto di discesa dove non mancano scintillanti passaggi tecnici. L’ebrezza dura per 2 km circa, con la sagoma dell’osservatorio meteorologico che si allontana alle nostre spalle. Inizia al km 14 un altro tratto in salita dove non sarà possibile pedalare: l’ostacolo stavolta sono i grossi detriti sassosi. Le pendenze non sono elevate ma la fatica si farà sentire per questo 1,5 km.
Con la cima del Libro Aperto di fronte si avanza lentamente verso l’imbocco del sentiero che scende verso valle tra splendidi prati in fiore e le prime chiome delle faggete.
Discesa memorabile
Inizia una lunga e memorabile discesa che termina dopo oltre 4 km in corrispondenza di una mulattiera che bisogna risalire sulla sinistra in direzione Bandita/Cimoncino. Inizia qui un altro tratto di risalita piuttosto arcigno su sterrato fino all’Hotel Buona Stella dove si riprende l’asfalto (continuando in ascesa) per tornare a Pian del Falco/Lago della Ninfa.
Da qui inizia l’ultima discesa nota come “la Mardosa”, molto veloce e con tratti tecnici che ci riporta a Sestola.